martedì 7 febbraio 2017

Sud-Est asiatico, opportunità per l'Italia - Lookout News

Sud-Est asiatico, opportunità per l'Italia - Lookout News:
Italia-Indonesia
 "Le relazioni con i Paesi membri dell’ASEAN rappresentano una fondamentale “porta d’accesso” ai mercati asiatici per le nostre imprese. I casi di Vietnam e Indonesia"



'via Blog this'

martedì 10 novembre 2015

Indonesia - dichiarazioni alla stampa Presidente Mattarella. Visita del 08-11 Novembre 2015

Finalmente anche l'italia (con colpevole ritardo) sembra essersi accorta di questa bellissima, interessante, variegata e vasta nazione rappresentata dall'Indonesia


domenica 8 novembre 2015

Arriva Mattarella in Indonesia, ecco cosa ci dice il ministro “creativo”

Arriva Mattarella in Indonesia, ecco cosa ci dice il ministro “creativo”:

na popolazione incredibilmente giovane. Un “bonus demografico” dato dall’equilibrio sostanziale tra i giovani e l’insieme dei cittadini in età da lavoro (su un totale di 250 milioni di abitanti). Un milione di nuovi imprenditori previsti entro il 2019, con un potenziale creativo inespresso che fa impallidire la Silicon Valley. Il futuro ingresso nel Trans-Pacific Partnership. Sono questi alcuni dei motivi per cui l’Indonesia, la prima economia del sud-est asiatico, da almeno 11 anni conferma il suo tasso di crescita superiore al 5 per cento, tra i più alti dell’area. 



'via Blog this'

mercoledì 25 marzo 2015

Bando Internazionalizzazione 2015 Regione Toscana

BANDO INTERNAZIONALIZZAZIONE 2015

Tipo Documento: 
  • Decreto Dirigente Regionale

Data documento: 

Mercoledì, 4 Febbraio 2015

Date Validità: 

da Lunedì, 9 Febbraio 2015 a Martedì, 31 Marzo 2015
Fonte: 
  • B.U.R.T.

Anno fonte: 

2015

Numero Fonte: 

4

Descrizione Bando: 

Il Bando “Aiuti alle micro, piccole e medie imprese per il sostegno dei processi di internazionalizzazione” agevola la realizzazione di progetti di investimento finalizzati all’internazionalizzazione delle micro, piccole e medie imprese (MPMI), in attuazione della linea d’intervento 1.2.a.2 del PRSE 2012-2015, della Linea d’azione 1.4 - azione C) del PAR FAS 2007-2013 e della linea di azione 3.4.2 del POR CreO Fesr 2014-2020.
Beneficiari: 
  • Imprese
Settore: 
  • Artigianato, Attività Manifatturiere, Farmaceutico, ICT, Industria
Investimenti: 
  • Internazionalizzazione
Ubicazioni: 
  • Toscana

Localizzazione: 

Tutto il territorio della Regione Toscana.

Agevolazioni Previste: 

Gli aiuti per la realizzazione dei progetti di investimento, sono concessi nella forma di contributo in conto capitale a fondo perduto (anche come voucher limitatamente alle spese sostenute con fornitori nazionali) tra il 30% ed il 50% delle spese ritenute ammissibili, in relazione alla dimensione dell’impresa.

Iniziative Ammissibili: 

Progetti di internazionalizzazione presentati da micro, piccole e medie imprese (MPMI) in forma singola o associata in ATS, ATI, Reti di imprese con personalità giuridica (Rete-Soggetto), Reti di imprese senza personalità giuridica (Rete-Contratto), Consorzi, Società Consortili esercitanti un’attività identificata come prevalente rientrante in uno dei seguenti Codici ATECO ISTAT 2007:
  • SEZ. B - Estrazione di minerali da cave e miniere ad esclusione del gruppo 05.1, 05.2 e della classe 08.92;
  • SEZ. C - Attività manifatturiere;
  • SEZ. D - Fornitura di energia elettrica, gas, vapore e aria condizionata;
  • SEZ. E - Fornitura di acqua, reti fognarie, attività di gestione dei rifiuti e risanamento;
  • SEZ F Costruzioni;
  • SEZ. G – Commercio all’ingrosso e al dettaglio limitatamente al gruppo 45.2 e alla categoria 45.40.3;
  • SEZ. H – Trasporto e magazzinaggio, ad esclusione dei gruppi 49.39.01e 52.22.0 e 52.22.09;
  • SEZ. J - Servizi di informazione e comunicazione, ad esclusione della divisione 60 e del gruppo 63.91;
  • SEZ. M – Attività professionali, scientifiche e tecniche ad esclusione della classe 71.11, 73.11, 74.2 e 74.3;
  • SEZ. N – Noleggio, agenzie di viaggio, servizi di supporto alle imprese ad esclusione della divisione 79, dei gruppi 77.22 e 82.3 e della categoria 77.21.02;
  • SEZ. Q – Sanità e assistenza sociale limitatamente ad esclusione del gruppo 86.1;
  • SEZ. S – Altre attività di servizi, limitatamente alle divisioni 95 e 96 con esclusione della categoria 96.04.2.

Spese Ammissibili: 

Le spese per l’acquisizione di servizi all’internazionalizzazione ammissibili all’aiuto conformemente a quanto previsto dal Regolamento (CE) n. 1407/2013 sono riconducibili alle seguenti tipologie:
  • C.1 – Partecipazione a fiere e saloni internazionali;
  • C.2 – Promozione di prodotti e servizi su mercati internazionali mediante utilizzo di uffici o sale espositive all’estero;
  • C. 3 – Servizi promozionali;
  • C. 4 – Supporto specialistico all’internazionalizzazione;
  • C. 5 - Supporto all'innovazione commerciale per la fattibilità di presidio su nuovi mercati raccolta informazioni sull’affidabilità finanziaria di società.
Le tipologie di servizi per l’innovazione ammissibili all’aiuto sono definite nel “Catalogo dei servizi qualificati per le imprese toscane – Sezione C”, approvato con D.D. n.4983 del 05/11/2014 (Allegato B del Bando). 

Contenuto: 

Sono agevolabili i seguenti investimenti:
  • imprese singole - spesa minima € 20.000 / spesa massima € 150.000
  • consorzi / soc. consortili / reti-soggetto - spesa minima € 35.000 / spesa massima € 400.000
  • consorzi / soc. consortili / reti-contratto - somma degli importi minimo e massimo per ciascuna impresa aggregata

Procedura: 

Le domande di aiuto dovranno essere redatte e presentate esclusivamente on-line accedendo al Sistema Informatico di Sviluppo Toscana S.p.A.




giovedì 27 novembre 2014

Aziende in campo | I Grandi Marchi del vino alla scoperta di Malesia e Indonesia | Going Global

Aziende in campo | I Grandi Marchi del vino alla scoperta di Malesia e Indonesia | Going Global:



"I Grandi Marchi del vino alla scoperta di Malesia e Indonesia

Svegliare due mercati ricchi e con 280 milioni di potenziali consumatori, ma di fatto avari di soddisfazione. L’Istituto grandi marchi vola in Malesia e Indonesia portando le 19 famiglie aderenti (tra cui Antinori, Biondi Santi, Sassicaia, Gaia,  Ca’ del Bosco)  a Kuala Lumpur il 24 novembre e a Jakarta il 25. Si tratta della penultima tappa del programma 2014 per la promozione e l’internazionalizzazione del vino di qualità rappresentato dall’Istituto che, nei suoi 10 anni di attività, ha realizzato oltre 260 missioni all’estero in 21 Paesi.

Con una popolazione complessiva di 280 milioni di abitanti e un turismo in continuo aumento, Malesia e Indonesia sono, per l’Italia, due mercati emergenti ancora tutti da esplorare nello scacchiere globale del vino.

La mappa con i produttori dei Grandi marchi

Nel 2013, infatti, l’export del vino italiano in Malesia si è fermato a 2,6 milioni di euro. Un dato che, seppure in crescita in doppia cifra rispetto al 2012 (+39,2%), ferma la nostra quota di mercato al 4,5%. Rimane invece stabile il valore delle esportazioni del nostro vino in Indonesia con 1 milione di euro registrato sempre nel 2013.

Per Piero Antinori, presidente dell’Istituto del vino Grandi Marchi: “Malesia e Indonesia sono molto più che mercati emergenti; sono, infatti, due mercati obiettivo in cui c’è ancora tutto da fare sul fronte del posizionamento del vino italiano che sconta la supremazia, in termini di quantità e valore, di Australia e Francia. Si tratta di un deficit che dovrà essere colmato al più presto con programmi di promozione mirata per aumentare le nostre quote di mercato ora irrisorie. Le due tappe dell’Istituto in questi due Paesi del Far East hanno l’obiettivo, quindi, di tracciare nuove possibilità di sviluppo per tutto il sistema del vino italiano”.

In Malesia e Indonesia, il vino rappresenta un drink di socializzazione sempre più presente nella ristorazione, nelle enoteche e nelle wine-boutiques che spesso offrono degustazioni ed organizzano eventi dedicati. Riservato alla popolazione non musulmana (circa il 47%), in maggioranza cinese, il vino è considerato un prodotto sofisticato e di classe, simbolo di cultura e di tendenza, capace di catturare un pubblico giovane e aperto alla cultura occidentale."

mercoledì 26 novembre 2014

L'insostenibile leggerezza del Sud-Est Asiatico - Da il sole 24 ore

Insostenibile leggerezza del Sud-Est – Il Sole 24 ORE | Going Global - Internazionalizzazione delle PMI: "Insostenibile leggerezza del Sud-Est di Gianluca Di Donfrancesco | 25 novembre 2014
"I numeri possono raccontare tante cose. Quelli dell’export italiano nei Paesi del Sud-est asiatico, per esempio, possono raccontare le opportunità che le imprese non stanno cogliendo in quello che resta uno dei mercati più dinamici del mondo, nonostante la recente frenata. Allo stesso tempo, indicano le enormi chance che l’area offre. Nelle dieci economie Asean, l’Italia piazza l’1,75% di tutto il suo export (dato 2013). Si tratta di Paesi che, quasi tutti, vedranno il loro Pil crescere di oltre il 5% quest’anno e il prossimo, secondo l’Fmi. Laos e Cambogia supereranno il 7%. Myanmar, al centro di un complesso percorso di apertura ai mercati internazionali dopo gli anni di “clausura” imposta dalla dittatura militare, crescerà dell’8,5%. L’unica eccezione è la Thailandia, frenata dalle inefficienze della classe dirigente, che rimangono anche dopo il recente golpe. Ma anche Bangkok, che quest’anno crescerà forse dell’1%, nel 2015 tornerà al 4,6%. Dietro questi dati, c’è una dinamica, per quanto controversa e diseguale, di uscita dalla povertà di decine di milioni di persone, che diventano consumatori con capacità di spesa crescente, un’opportunità per le imprese di tutto il mondo. Anche italiane, per esportare come pure per produrre in loco al servizio dei mercati dell’area. L’aumento del costo del lavoro in Cina (quasi 27,5 dollari al giorno nel 2012, con un balzo del 19% in un anno) sta inoltre rendendo questi Paesi sempre più competitivi: in Vietnam il salario medio giornaliero è di 6,7 dollari (dati 2012), in Indonesia di 8,6 dollari, nelle Filippine 12,5 dollari e in Thailandia 16,3 dollari. C’è però da vedersela con i gruppi cinesi, giapponesi e sudcorerani, che presidiano questi mercati in modo massiccio. «In questi Paesi – si sottolinea in Confindustria – la rappresentanza istituzionale è importantissima». Per attivare relazioni commerciali bisogna dare la sensazione che dietro la singola impresa ci sia un sistema Paese interessato a stringere relazioni economiche, ma anche politiche. «Una cosa – si osserva ancora in Confindustria – che i nostri partner di riferimento in Europa, Germania e Francia, sanno fare molto bene, con visite di Stato ai massimi livelli e attivando tutti gli organismi di finanziamento dell’internazionalizzazione di cui dispongono. Noi italiani facciamo fatica a muoverci così. Le Pmi, che sono il 99% del nostro tessuto imprenditoriale, o vanno al traino dei grandi gruppi, oppure possono contare su nicchie talmente sviluppate da permettere di entrare da sole. Altrimenti dovrebbero dotarsi di un buon export manager, cosa che spesso non può avvenire per deficit strutturale». Ognuno dei Paesi Asean, poi, va avvicinato in modo diverso, tenendo conto delle rispettive identità. L’integrazione in corso, che dovrebbe accelerare nel 2015, è ancora molto leggera e rappresenta più la risposta all’esigenza politica di bilanciare la Cina che il progetto di una vera comunità economica. Proprio in questo senso, il Vietnam, che vive una stagione difficile con la Cina, guarda con interesse all’Europa, perché ha bisogno di diversificare i suoi partner economici e di alzare la qualità della propria produzione. Magari arrivando a creare una sorta di “Made in Vietnam”. Qui, l’Italia è al terzo posto tra i Paesi europei per export, dietro a Germania e Paesi Bassi, ma al 23° tra i partner mondiali (dati 2013). Più o meno la stessa situazione si ritrova in Indonesia, la seconda potenza economica della regione, dove l’export italiano è secondo nella Ue, dietro alla solita Germania, ma 17° in assoluto. «Questi Paesi – spiega Samuele Porsia, direttore dell’ufficio Ice-Agenzia di Jakarta – vivono soprattutto di investimenti diretti esteri e l’Italia non è in buona posizione. Bisogna anche considerare che sono Paesi protezionisti, con barriere non tariffarie che rendono difficile fare trading. In Indonesia, i prodotti alimentari importati non possono arrivare direttamente a Jakarta, ma devono sbarcare nel porto di Surabaya», a circa 800 chilometri di distanza. Certo il mercato indonesiano è molto attraente per le imprese italiane ed europee, «con la domanda domestica in piena effervescenza per la crescita della classe media. Ma bisogna muoversi in un’ottica di lungo periodo». In altre parole, chi investe in loco deve avere spalle abbastanza larghe da poter assorbire qualche anno in perdita, cosa non sempre facile. A riprova del fatto che se ci si muove compatti i risultati possono arrivare, Porsia sottolinea che dopo la missione di sistema organizzata da Ice-Agenzia a metà del 2013 la presenza italiana in Indonesia è aumentata."